Delos 24: Alieni al cinema a cura di

Luigi Pachì

alieni al cinema

Se non fosse esistito l'"Alieno", grazie alle penne di scrittori e sceneggiatori, la filmografia fantascientifica sarebbe ridotta a poche pellicole. In questo articolo cercheremo di tracciare le tappe principali della storia degli alieni, quegli esseri creati dalla mente umana e portati sul grande schermo per colpire l'immaginario collettivo e per alimentare paure e speranze di tutti noi. Non si pretende di rendere l'argomento esaustivo, poiché occorrerebbe molto più spazio in proposito, ma proveremo a dare alcuni spunti ritenuti validi e importanti per definire a grandi linee come la fantascienza cinematografica abbia approcciato l'argomento dell'Alieno.

L'uomo davanti al "diverso", con le sue mille sfaccettature: Alieno come nemico da combattere a oltranza e che maschera di volta in volta il pericolo giallo o rosso (giapponese o comunista) a seconda dei periodi storici che l'America attraversa. Alieno come tentativo estremo di rappresentare l'esistenza di vita intelligente oltre alla nostra, superando i confini e le barriere imposte dalle leggi della fisica. Alieno come strumento di forte critica sociale nei confronti dell'intera umanità... Alieno come le oltre duecento forme di vita esistenti nel solo universo immaginario di Star Trek, creato sul finire degli anni '60 da Gene Roddenberry e proseguito da Rick Berman con serial televisivi di successo come Next Generation, Deep Space Nine e il recente Voyager.

Il primo alieno del cinema risale con molta probabilità al film di George Mèliés intitolato Viaggio sulla luna (Le voyage dans la lune). In questo cortometraggio di quindici minuti del 1902, ispirato ad opere di Verne e Wells, il pubblico pagante fa il primo incontro con i Seleniti, corpi da insetto e teste da uccello, la cui interpretazione viene affidata agli acrobati del Folies Bèrgeres.

Se consideriamo alieno il "diverso da noi" allora è il caso di citare Il mondo perduto del 1925 (The lost world), tratto da un soggetto del creatore di Sherlock Holmes, Sir Arthur Conon Doyle. Ci imbattiamo in uomini-scimmia che vivono in un altopiano dell'Amazzonia e che, rispetto agli uomini-scimmia del Pianeta delle scimmie (The planet of the Apes) del 1967 -- per il quale si sta lavorando quest'anno al remake -- non hanno molto in comune. Infatti nel Pianeta delle scimmie l'uomo è già riuscito a ditruggere il suo mondo e lo ha passato in consegna a chi meglio di lui -- la scimmia -- è in grado di evitare guerre e catastrofi. E' curioso ricordare che The lost World anche il titolo del seguito di Jurassic Park di Steven Spielberg, di prossima uscita. Sempre nella categoria dei "diversi da noi", nel 1931 arriva sugli schermi, diretto da James Whale, il Frankenstein descritto da Mary Shelley già nel 1818.

Tra gli anni '30 e '40 divengono realtà cinematografiche i primi eroi dei fumetti fantascientifici. Gli universi e le molteplici creature aliene di Flash Gordon, Buck Rogers e successivamente Superman passano dalla carta delle "pulp magazines" alla celluloide. Per questi personaggi verranno in seguito realizzati vari remake e seguiti durante gli anni a venire.

Negli anni '50 l'argomento più in voga è senza dubbio l'invasione delle Terra ad opera di alieni d'ogni tipo e d'ogni specie. Si parte proprio da La guerra dei mondi (The war of the worlds) di George Pal, tratto dall'omonimo romanzo di H.G. Wells, dove quella che sembra essere una meteora diviene presto un contenitore di morte. Gli ottimi effetti speciali rendono questo classico ancora godibile ai giorni nostri. Il finale moralistico, dove i marziani vengono sconfitti dai batteri e dai germi presenti nella nostra atmosfera, mentre ai terrestri non è rimasto che implorare al miracolo, ci fa capire quanto l'uomo sia fondamentalmente debole e indifeso.

In Destinazione Terra (It came from outer space) la Terra serve per effettuare un pit-stop forzato agli alieni, che dichiarano: "Stiamo riparando l'astronve per poi ripartire". Un grosso taglio al budget è rappresentato dal fatto che questi visitatori non si mostrino praticamente mai agli occhi del pubblico e che a precisa domanda terrestre di farsi vedere, gli alieni affermano, con semplicità, più o meno così: "Noi abbiamo anima e mente e siamo buoni... ma voi non siete ancora pronti per incontrarci da amici. Rimarreste inorriditi alla nostra vista. Se foste voi sul nostro pianeta sarebbe stato diverso... Noi comprendiamo di più..." Indubbiamente un gran bell'esempio moralistico nei confronti dell'uomo.

Un'altra pellicola dello stesso periodo è Gli Invasori spaziali (Invaders from Mars) dove l'alieno è racchiuso in una boccia di cristallo, mentre va segnalato per curiosità il divertente Viaggio al pianeta Venere (Abbott and Costello go to Mars) con Gianni e Pinotto (Abbott e Costello, appunto) in cui le venusiane, in abiti succinti, sono rappresentate dalle partecipanti al concorso di Miss Universo dell'epoca. Nonostante la bellezza di queste ragazze venusiane, baciando i terrestri si trovano ad invecchiare improvvisamente.

Non si tratta di vere creature aliene, ma piuttosto di strani scherzi della natura, quelle che incontriamo in Assalto alla Terra (Them!) e Il mostro della laguna nera (The creature of the black lagoon). Nel primo caso dobbiamo vedercela con formiconi giganti nati da esperimenti atomici del '45, nel secondo caso Jack Arnold ci presenta una creatura mostruosa, metà uomo e metà pesce, che per la prima volta cerca di trasmettere al pubblico non tanto il solito senso di orrore e repulsione, ma piuttosto di pietà e tenerezza, come testimoniato dalla stessa Marilyn Monroe nel film Quando la moglie è in vacanza.

Alieni con la "a" maiuscola sono invece quelli del classico Cittadino dello Spazio (The island Earth), del 1955, dove grazie ad uno strano oggetto definito "interocitore" (interocitor) i terrestri riescono a comunicare con una società aliena (lo scienziato di Metaluna, interpretato da Jeff Morrow, ha la fronte molto alta e i capelli bianchi). E' forse il primo caso di SF cinematografica di contatto via etere con forme di vita alternative alla nostra, rispetto ai soliti assalti o presenze indesiderate sul nostro suolo. Non solo, ma in questo bel film, tratto dall'omonimo romanzo di Raymond Jones, sono i terrestri a compiere un viaggio verso il pianeta alieno. Bello, per l'epoca della realizzazione, anche il mutante che i nostri incontrano su Metaluna.

E' del 1956 il film che ancora oggi reputo personalmente uno tra i migliori in assoluto. Il pianeta proibito (Forbidden planet), che anch'esso dovrebbe contare presto su un remake, si basa su una solida trama che pochi altri film di fantascienza hanno, dove gli alieni di Altair IV, i Kerr, hanno lasciato macchinari sconosciuti che il professor Morbius, una volta iniziati a testare su se stesso, autoalimentano i mostri della mente rendendoli fisicamente presenti e pericolosi. Una grande pellicola per la regia di Fred McLeod Wilcox dove si ricorda anche Robby, il simpatico robot tuttofare, e Leslie Nielsen nell'interpretazione del comandante Adams, dal volto giovanissimo e ben lontano dalle interpretazioni paradossali di La pallottola spuntata.

Dello stesso anno è anche il thriller fantascientifico di Don Siegel L'invasione degli ultracorpi (The invasion of the body snatchers), dove enormi baccelloni prendono le sembianze umane, sostituendosi alle persone di tutti i giorni. Interessante notare come il finale a lieto fine è stato realizzato contro la volontà del regista che intendeva concludere con l'impossibilità di bloccare gli alieni nella loro attività di moltiplicazione. Di questo film si segnala anche il buon remake del '78 intitolato Terrore dallo spazio profondo, in cui compare l'attore Leonard Nimoy (il famoso signor Spock di Star Trek);

Nel 1958 ritorna Jack Arnold con un film che parla di una creatura aliena dalla forma di un cervello gigante e che approccia la Terra a scopo pacifico. Qui i messaggi all'umanità sono nitidi: l'alieno di I figli dello spazio (The space children) dialoga telepaticamente solo con i bambini e non con gli uomini e li dirige all'interno di una base militare per far abortire il lancio di un satellite spia con a bordo un arma letale. Fallito il lancio l'essere alieno se ne torna a vagare negli spazi infiniti.

Tra i meno riusciti eccoci al 1959 dove nel film Marte distruggerà la Terra (The angry Red Planet) un gruppetto di astronauti atterra sul pianeta rosso e deve combattere mostri ad oltranza. Pessima realizzazione, nonstante qualcuno all'estero lo definisce un cult movie.

Un marziano sulla Terra (Visit to a small planet), film americano in bianco e nero del 1960 ci racconta la storia di Lewis, un marziano che giunge sul nostro pianeta per studiarci e si innamora di una ragazza. Il fidanzato di lei non apprezza e convince Lewis a tornarsene sul suo pianeta. La trama si basa su un testo teatrale di Gore Vidal, dove la satira prende il sopravvento sugli eventi.

Una satira italo-spagnola è relativa al film del '63 I marziani hanno dodici mani. Un gruppetto di marziani atterra a Roma, ma la dolce vita non fa certo per loro. Un divertente e banale lavoro di Castellano e Pipolo, con Paolo Panelli, Fabrizi, Buzzanca , Aldo Giuffré, Garinei, Ciccio e Ingrassia.

Tra le teorie più raccapriccianti della cinematografia fantascientifica è da segnalare quella del Dottor Quartermass nel film L'astronave degli esseri perduti (Quartermass and the pit). Durante alcuni scavi viene ritrovata una astronave con creature senza vita che ricordano le cavallette. Da qui il "mitico" Quartermass ne deduce che... l'astronave arriva da Marte, gli esseri-cavalletta erano i padroni degli schiavi trovati sull'astronave e che quando il razzo cadde sulla Terra, milioni d'anni prima, si salvarono solo alcuni di questi schiavi che diedero vita alla razza umana... Elementare Watson!

Siamo arrivati al 1966, quando prende il via la famosa serie Star Trek. Sugli alieni nella serie creata da Gene Roddenberry andrebbe fatto un discorso lunghissimo che lo spazio non ci consente. Per sommi capi, possiamo però dire che gli alieni più interessanti in questo serial sono quelli cattivi: dai vecchi Klingon e Romulani, che minacciavano la Federazione di Kirk e Spock, ai terribili Borg che dovrà affrontare Jean-Luc Picard, forse una delle razze aliene meglio riuscite di tutta la fantascienza cinematografica. Ma vanno ricordati anche gli abitanti del Dominion di Deep Space Nine, coi terribili soldati Jem'Hadar e i potenti Fondatori, e i simil-Klingon Kurzon della serie Voyager.

Un piccolo ma temuto organismo extraterrestre è quello che nel 1971 ci viene presentato in Andromeda (Andromeda Strain), lungometraggio tratto dall'omonimo romanzo di Michael Crichton, che al tempo non era ancora così conosciuto. La vita aliena si presenta in questo caso come grave pericolo di contaminazione e viene, dopo mille traversie, identificata e distrutta grazie a una reazione alcalina.

L'essere alieno più imponente che l'uomo si è trovato innanzi è probabilmente quello descritto da Stanislaw Lem in Solaris (Solaris) la cui regia è stata affidata nel 1972 a Andrej Tarkovsky. In realtà la forma di vita con la quale abbiamo a che fare è un oceano pensante sconfinato in un mondo ai margini della Galassia. Troppo lungo e cerebrale, Solaris trova la sua migliore espressione direttamente nella versione letteraria. Dello stesso anno è anche Horror Express (Horror Express), in cui la forma di vita aliena invisibile si sposta da corpo a corpo assimilando know-how e spargendo terrore all'interno di un treno. Nulla di veramente valido.

L'anno successivo (in realtà i telefilm inglesi ideati da Gerry e Sylvia Anderson sono del 1969) arrivano in Italia gli alieni di UFO, che sfuggono al controllo di Base Luna e della organizzazione segreta S.H.A.D.O. comandata dal biondo Ed Straker.

Un breve accenno anche al cult movie The Rocky Horror Picture Show del 1975 che sebbene sia un musical rock, rappresenta un'avventura fanta-portno-comica con la bellissima colonna sonora di Richard O'Brien (chi non ricorda Frank'n Furter e la sua presentazione: "I'm a sweety transvestite from Trans-sexual, Transylvania").

Di elevata fattura è il film di Nicolas Roeg tratto dall'omonimo romanzo di Walter Tevis L'Uomo che cadde sulla Terra (The man who fell to Earth). L'alieno, Newton, è interpretato dalla rockstar David Bowie che giunge sulla Terra e crea un impero economico grazie ad alcuni brevetti basilari. Il vero aspetto fisico dell'alieno viene presentato al pubblico cinematografico in una scena in cui Newton si mostra glabro, gli occhi da gatto, privo di unghie delle dita delle mani e dei piedi. Attraverso i suoi occhi viviamo continui ricordi legati al suo pianeta d'origine che è prossimo alla distruzione.

Due anni più tardi assistiamo al film che ha dato una svolta alla cinematografia fantascientifica: dai sessantanove effetti specali di 2001 si passa agli oltre duemila di Guerre Stellari (Star Wars). Da questo momento anche gli alieni tendono ad essere mostrati più spesso in film e telefilm, grazie a make-up sempre più perfetti. Su questo e sui due seguiti, L'Impero colpisce ancora (The empire strikes back) e Il ritorno dello Jedi (Return of the Jedi), ai quali si aggiungeranno nei prossimi anni tre nuovi film, si è gia detto tutto più volte. I mondi immaginati in questa saga pullulano di alieni, divenuti presto anche materiale da merchandising per i più patiti.

Un incontro "tradizionale" con esseri provenienti da altri pianeti è quello proposto da Spielberg in Incontri ravvicinati del terzo tipo (Close encounters of the third kind). Strani fenomeni annunciano l'arrivo di una astronave extraterrestre che dialoga con i terrestri mediante il linguaggio musicale. Possiamo dire che questo film rappresenta una vera e propria esperienza visiva e che si pone in antitesi alla consueta visione terroristica dei "soliti" alieni invasori.

Nel 1980 dobbiamo fare i conti con un malvagio dominatore della galassia che metta a repentaglio l'equilibri dell'Universo. Saranno sette impavidi avventurieri a salvarci dal disastro nel film di Jimmy Murakami I magnifici sette dello spazio (Battle beyond the stars).

Un remake valido è quello del 1982 di La Cosa (The thing) per mano di John Carpenter, con Kurt Russell. Le radiazioni generano un mostro capace di prendere qualsiasi sembianza.

E' del '79 uno dei massimi capolavori sugli alieni. Ridley Scott realizza Alien, al quale faranno seguito altre due pellicole e una quarta è in fase di lavorazione proprio in questi periodi. L'Alieno che invade l'astronave Nostromo è spaventoso, diabolico, orrendo. Gli effetti speciali lo rappresentano in tutto il suo terrore. Torna l'alieno come minaccia, e mai come in questi film si raggiunge il massimo tra terrore mostrato sul video e terrore generato dalla tensione della storia. Se volete sbizzarrirvi su Alien andate a leggervi il numero speciale che Delos ha dedicato a questo film.

Nel 1982 torna l'alieno buono con E.T. di Steven Spielberg. Una grande favola che ci fa sentire tutti più buoni per qualche minuto.

Nel 1984 è ci riprova John Carpenter con il discreto Starman (Starman). L'alieno in questione prende le sembianze di una persona deceduta e convince la vedova di questi ad aiutarlo. Il suo obiettivo è raggiungere un'astronave, regalando un figlio prodigio alla vedova.

Sempre nel 1984 quanto soltanto velatamente presentato dalla SF sotto forma di allegoria diventa palese nel film Fratello di un altro pianeta (The brother from another planet). Un extrterrestre negro è braccato da due killer spaziali bianchi che lo inseguono fino sulla Terra in quel di Harlem. Il regista John Sayles interpreta anche uno dei due killer.

Alieni dalla forma di vampiro sono quelli che invece appaiono nell'85 in Space Vampires (Lifeforces), diretto da Tobe Hooper. L'incontro avviene nei pressi della cometa di Halley dove tre extraterrestri si nutrono con i corpi dell'equipaggio terrestre. Estremamente godibile l'interpretazione di Mathilda May.

Nello stesso anno di Space vampires ci imbattiamo nel film Il mio nemico (Enemy mine), tratto da una novella Premio Hugo di Barry Longyear, dove un alieno - dalle sembianze di un lucertolone - solidalizza con l'uomo per la sopravvivenza di entrambi.

I grotteschi alieni, pieni di difetti e manie, che incontriamo in Explorers (Explorers) sempre nell'85, li dobbiamo ad un viaggio attraverso il "campo sferico di energia magnetica" scoperto da tre patiti per i videogiochi. Il film, sebbene realizzato da Joe Dante, non è di grandi pretese.

Nel 1986 si cita la parodia di Guerre Stellari del geniale Mel Brooks. Con Balle spaziali (Spaceballs) incontriamo di nuovo il mostricciattolo già visto in Alien che balza fuori dallo stomaco di John Hurt che disperato dice: "Oh no, ancora!". In questo film si trovano anche riferimenti a film come Il pianeta delle scimmie, e a metodi di difesa personale come la "presa vulcaniana" in Star Trek.

Di Balle spaziali 2 - La vendetta (Martians go home), sebbene rammenti una delle battute di Mel Brooks nei panni del grande Yogourt in Spaceballs ("Se sarà un successo allora ci ritroveremo ancora con Spaceballs: in search for more money!"), possiamo solo dire che questo film è in realtà un sedicente tentativo di far sorridere senza riuscirci troppo. Il film non riesce assolutamente a rendere giustizia al romanzo dal quale è tratto, il bellissimo Marziani andate a casa di Fredric Brown (dalla cui copertina proviene il marzianino del logo di Delos).

E veniamo all'alieno sanguinario e invisibile che vaga nella giungla sudamericana in Predator (Predator). Nel 1987 John McTiernan realizza con il supporto di Schwarzenagger (l'ultimo sopravvissuto che dovrà vedersela nello scontro finale con l'alieno) un buon film tra l'horror e l'avventura. Tre anni più tardi vi è anche un seguito (Predator 2) ambientato in una Los Angeles degradata, dove il Predator deve scontrarsi questa volta con un poliziotto dell'FBI duro a morire.

Ma rimanendo nel 1987 non possiamo non segnalare L'Alieno (The Hidden), una creatura misteriosa che prende il sopravvento nei corpi delle sue vittime, inducendoli ad atti criminali.

E dello stesso anno vi ricordo anche il magico Miracolo sull'ottava strada (Batteries not included), diretto da Ron Howard con Spielberg nei panni del produttore esecutivi, dove un gruppetto di minuscoli alieni salva dallo sfratto una simpatica coppia di vecchietti

Sono magici e stupefacenti gli alieni di Abyss (The Abyss), fatti di sole membrane e acqua. John Cameron riesce in questo film del 1989 a creare una buona storia carica d'azione che poggia su grandi effetti speciali che hanno valso persino l'Oscar.

Sono invece pelosissimi gli alieni di Le ragazze della Terra sono facili (Earth girls are easy), che una volta caduti con il loro UFO dentro una piscina decidono di radersi diventando tre baldi giovanotti pazzi per il ballo, la televisione e, soprattutto, per le ragazze. Un divertente lungometraggio di Julian Temple con la coppia Geena Davis e Jeff Goldblum.

Nel 1990 Graham Baker ci presenta un disegno del tutto nuovo e vagamente utopistico dove gli alieni, giunti sulla Terra, sono talmente integrati nella nostra società da poter scegliere di fare persino il poliziotto. E' quanto si vede il Alien nation (Alien nation). Il film ha anche avuto un seguito come serial TV trasmesso anche in Italia.

Tra gli alieni più recenti si segnalano quelli di Stargate. Nonostante gli sforzi pubblicitari di far passare questo film come un grande evento, il balzo attraverso la porta temporale lascia l'appassionato pieno di dubbi e poco soddisfatto da quello che avrebbe potuto davvero essere un bel film di SF. E rimanendo sulla produzione di Emmerich va citato anche ID4 (Independence day), quasi un remake della Guerra dei mondi di George Pal, sul quale ultimamente si è gia detto abbastanza.

In attesa di Mars Attack! di Tim Burton, tratto da una serie di figurine della Topps degli Anni CInquanta, si conclude qui la nostra breve carrellata; come avrete notato nel corso degli anni la fantascienza cinematografica ha cercato di dipinge l'Alieno in molte maniere. Non ha importanza in quale modo esso venga descritto, ciò che realmente conta è che grazie alla cinematografia di science-fiction possiamo meditare sulla figura dell'Alieno in tutte le sue forme. Siamo così in grado di definire i nostri limiti e percepire fino a dove il comportamento umano si sposa con quello di chi è "diverso".

Ma ricordatevi anche che, quasi sempre e senza andare troppo lontano, l'Alieno dei film e della letteratura di science-fiction rappresenta metaforicamente il "buono" e il "cattivo" che è dentro noi stessi.