dal nostro inviato speciale

Marco Spagnoli

Colonne sonore fantastiche

Da sempre la fantascienza e - più in generale - il cinema fantastico e d'avventura sono stati legati a doppia mandata alle musiche originali dei film che oltre a essere la colonna sonora delle pellicole in questione, sono diventate anche il sottofondo della nostra vita.

Originali o meno, d'autore o rock sono numerosissime le musiche che hanno vissuto di vita propria grazie a un film che - alle volte - è riuscito anche a rilanciare pezzi di musica classica di non grande fortuna. Cosa direbbe, infatti, Richard Strauss se sapesse che il suo Also Spracht Zarathustra pensato come interpretazione musicale del saggio mistico filosofico omonimo di Friedrich Nietzsche rimane saldamente ancorato nel nostro immaginario collettivo a un monolite, a una ruota sospesa nello spazio e a un computer assassino, ovvero agli elementi costitutivi di 2001 Odissea nello spazio di Stanley Kubrick? Probabilmente Strauss non si direbbe molto soddisfatto di essere stato citato da molti cataloghi americani come compositore di colonne sonore e - forse - sarebbe anche un po' depresso nell'ascoltare l'arrangiamento elettronico che dello stesso pezzo fece l'ex chitarrista dei Police, Andy Summers per 2010 Odissea Due con Roy Scheider.

Un compositore "fantastico" è - certamente - anche per le sue doti di musicista il grande John Williams che con la premiata ditta Spielberg-Lucas ha realizzato colonne sonore come Lo squalo, la trilogia di Guerre Stellari, E.T., Incontri ravvicinati del terzo tipo e molte altre. Ma John Williams non è l'unico: da Basil Pouledouris (Caccia a ottobre rosso) a Brad Fiedel (Terminator 2), da Michael Kamen (la deliziosa e tropicale colonna sonora di Brazil cui il film deve il titolo) a James Horner (Apollo 13), da Elliot Goldenthal (Alien 3) a Danny Elfman (Batman, The Mask) sono innumerevoli i compositori che ci hanno regalate musiche legate indissolubilmente a delle grandi emozioni cinematografiche. I nomi sono tantissimi: Alan Silvestri, Hans Zimmer, Thomas Newton Howard, Howard Shore, Mark Isham, Maurice Jarre sono solo alcuni tra i tanti che hanno realizzato decine e decine di colonne sonori originali e affascinanti. Così come il grande Jerry Goldsmith - curatore tra l'altro delle musiche dei film di Star Trek e del tema di Voyager - si è occupato di un numero incommensurabile di pellicole tra cui Rambo, e l'insuperabile Vangelis che - con la colonna sonora di Blade Runner - ha saputo coniugare al meglio musica e immagini, tanto che sarebbe impensabile quel film con un'altra musica e viceversa. Che dire poi del capolavoro di Giorgio Moroder che dotandolo di una grande colonna sonora pop fece riuscire nelle sale restaurato Metropolis di Fritz Lang circa settanta anni dopo la sua prima apparizione?

La musica può fare molto per un film ed è per questo che ci si avvale di realizzatori di colonne sonore per fare la fortuna di una pellicola. Purtroppo, però, c'è anche chi se ne approfitta e non è raro trovare CD con la scritta "musica inclusa e ispirata dalla colonna sonora del film tal dei tali". Batman forever, Men in Black, Batman & Robin e i recentissimi X-Files e Godzilla sono stati, infatti, solo degli alibi per creare delle raccolte più o meno legate al tema del film da vendere come colonna sonora.

Ed è per questo che nei negozi molto spesso si deve distinguere tra Score (la musica di sottofondo del film) e Soundtrack colonna sonora non sempre presente nel film, di cui - spesso - vengono inseriti due o tre brani nei titoli di coda. però anche vero che quando una colonna sonora è stata affidata del tutto a un gruppo musicale i risultati non sono stati sempre malvagi: esilarante è, infatti, Flash Gordon realizzata vent'anni fa dai Queen che - ancora oggi - diverte soprattutto per l'inserimento di interi pezzi di sonoro del film, stile rinvigorito e rilanciato dalle musiche dei film di Quentin Tarantino che lo considera assolutamente necessario, autore - tra l'altro - del rilancio della cosiddetta Surf Music.

La musica - dunque - è fondamentale, ma può capitare che anche la mano di un singolo musicista diventi importantissima per la realizzazione di una pellicola e di una saga.

Eclatante è il caso di John Barry che non segue più da anni in maniera continua i film di 007 che affidati a compositori pur bravi come Michael Kamen e Eric Serra (Leon, Il quinto elemento) hanno perso l'afflato originale che è stato tirato un po' su solo dall'ultimo David Arnold 007 il domani non muore mai, un "bondologo" peraltro discepolo di John Barry e curatore di una raccolta di canzoni e temi bondiani rivisti e corretti alla luce degli anni Novanta (Shaken & Stirren). Ci sono - poi - autori come il serissimo Michael Nyman che quando si sono dati al cinema fantastico (Gattaca) hanno realizzato musiche meravigliose e di grande spessore e fascino.

E l'Italia? Non sono stati solo Giorgio Moroder o Ennio Morricone a portare avanti la bandiera della musica italiana nel mondo. Altri come Pino Donaggio, Angelo Badalamenti, Claudio Simonetti hanno fatto la storia del cinema e della musica.

Delos ha intervistato tre autori italiani di colonne sonore per ascoltare il loro parere a riguardo.

Ennio Morricone

Ennio Morricone, romano, classe 1928 ha composto musiche splendide per decine di film di cui egli stesso non riesce a tenere il conto, come Mission, Gli intoccabili, C'era una volta in America, Per un pugno di dollari, Amleto, Sacco e Vanzetti.

Delos: Maestro Morricone, tra tutte quelle che ha composto, c'è una colonna sonora cui è più legato?

Ennio Morricone: Nessuna, perché dovrei essere più legato a quelle più sfortunate, belle, ma che commentavano film stroncati dalla critica.

Delos: Come nasce una colonna sonora?

Ennio Morricone: Non esiste una prassi consolidata. Alle volte si può vedere il film prima, oppure se ne legge il copione, si sta al racconto del regista, se ne discute, si riflette, si scrive. Devo dire che qualche volta ho incominciato a scrivere una colonna sonora, anche prima che le riprese del film stesso fossero iniziate.

Delos: E' possibile scrivere la colonna sonora di un film che non piace?

Ennio Morricone: Io credo che non sia possibile dire che un film sia bello o meno, prima che questo sia stato finito di girare. Poi, una persona che è chiamata dalla fiducia di un regista a

lavorare per un film, non può mettersi in posizione critica nei confronti del lavoro che si sta per realizzare, sarebbe assurdo.

Delos: Quanto incide il rapporto col regista sul suo lavoro?

Ennio Morricone: E' molto importante che io "senta" la fiducia del regista. Questo è fondamentale e non è possibile che sia diversamente.

Delos: Lei ha iniziato a lavorare con Sergio Leone. Qual è il suo ricordo di questo grande regista?

Ennio Morricone: Eravamo amici ed era un grande regista. Indipendentemente dai film che faceva Leone è stato un regista eccezionale. Basta andare a vedere C'era una volta in America, dove l'epopea del West non c'entra nulla, per rendersi conto del valore del lavoro di Sergio.

Delos: Maestro Morricone, come riesce a comporre colonne sonore di film così diversi, riuscendo a creare commenti musicali così simili eppure così differenti?

Ennio Morricone: Ritengo che il compositore debba rimanere sempre se stesso, seppure nelle diverse maniere di esprimersi. Il film "chiede" al compositore un certo comportamento eppoi il compositore dice la sua. In fondo tutti gli artisti, pittori, scultori, musicisti, si riconoscono sempre anche se il soggetto sia differente.

Delos: Grazie proprio a questa sua poliedricità, lei ha lavorato con molti registi.

Al di là dell'amicizia, c'è qualcuno con il quale ha lavorato meglio?

Ennio Morricone: Se ci fosse non lo direi. Ho troppa stima delle persone con cui lavoro per stilare delle classifiche.

Delos: Che differenza c'è tra lo scrivere la musica per il grande schermo e la musica per serial televisivi?

Ennio Morricone: Nessuna.

Delos: Qual è il suo modulo di lavoro?

Ennio Morricone: Per scrivere la musica di un film, man mano, che passa il tempo ci metto sempre di più. L'esperienza passata pesa sempre e conta sempre di più.

Delos: Ma c'è un film (anche del passato) per il quale lei avrebbe o avrebbe avuto il desiderio di scriverne la colonna sonora?

Ennio Morricone: Forse Arancia meccanica, perché mi ero messo d'accordo col regista Stanley Kubrick, eppoi non se ne fece più nulla perché mi fu impedito da impegni presi precedentemente con Sergio Leone.

Claudio Simonetti

Romano, romanista, figlio d'arte, Claudio Simonetti ha legato in maniera indissolubile il suo nome ai film diretti da Dario Argento come Profondo rosso, Suspiria, Tenebre, Demoni. Insieme ai Goblin è stato uno degli autori italiani di colonne sonore che ha anche venduto di più.

Delos: Maestro Simonetti, qual è il suo ultimo lavoro?

Claudio Simonetti: La colonna sonora per un film con Franco Nero ispirato alla vicenda dello stilista Gianni Versace e intitolato The Versace murder insieme a Vincent Cola autore delle musiche di Rocky e di Cobra di Sylvester Stallone.

Delos: Tra le colonne sonore che ha composto qual è quella cui è rimasto più legato?

Claudio Simonetti: Quelle dei film di Dario Argento.

Delos: Una in particolare?

Claudio Simonetti: Suspiria piuttosto che Tenebre e Profondo rosso.

Delos: Quando realizza una musica? Prima o dopo avere visto il film?

Claudio Simonetti: Cerco sempre di vedere il film prima, eppoi di aiutarmi un po' con la sceneggiatura.

L'ambientazione della musica, il suo spirito mi viene trasmesso solo dalle immagini.

come quando uno legge un romanzo: quando poi si va a vedere il film è l'ambientazione a giocare molto sul nostro gradimento o meno della pellicola.

Delos: Lei è sempre riuscito a essere originale pur lasciando un marchio di fabbrica inconfondibile in ogni suo lavoro...

Claudio Simonetti: Non è una cosa studiata, è bensì una forma creativa. per questo che lavorare con un regista come Dario di cui si conoscono le ambientazioni e le idee rende tutto più facile.

Si può realizzare un buon commento musicale partendo da un'idea che si sviluppa poi in sala di incisione.

Delos: Ma perché - fino a qualche tempo fa - le colonne sonore non hanno avuto grande fortuna in Italia?

Claudio Simonetti: Perché l'Italia è un paese dove la televisione non aiuta e fa una controcultura. Mancando strutture musicali e culturali adeguate si è sempre dato poco spazio a forme d'arte come le colonne sonore. Le case discografiche hanno anche la loro colpa con la politica delle "canzonette" che non promuove, invece, la vera musica. Negli USA, invece, la cultura e quindi anche il cinema sono considerati anche nei loro aspetti commerciali minori ed è per questo che di ogni film viene realizzata su CD la colonna sonora, cosa che in Italia è molto rara. A meno che non fai Flashdance in Italia non ti compra nessuno.

Delos: Queste parole sono ancora più gravi visto che lei con Profondo rosso ha venduto tantissimo...

Claudio Simonetti: Certo, ma quello è un caso isolato che capita una volta ogni tanto.

Delos: Eppure - recentemente - le colonne sonore di film come The full monty, Titanic hanno venduto tantissimo...

Claudio Simonetti: Sono, però tutte colonne sonore che alla base del loro successo hanno una canzone. Sono rimasto molto sorpreso dal fatto che abbia venduto più la colonna sonora di James Horner che il disco di Celine Dion e sono contento che della bella musica sia entrata nelle case degli italiani. vero - però - anche che sono melodie che hanno avuto grandi film alle spalle, mentre delle colonne sonore altrettanto belle sono state ignorate per colpa dell'insuccesso del film.

Delos: C'è una colonna sonora composta da qualcun altro che l'ha colpita più di tutte?

Claudio Simonetti: Ce ne sono moltissime e la maggior parte appartengono a film molto datati. Probabilmente quella di Psycho di Alfred Hitchcok è quella che mi ha influenzato di più.

Pino Donaggio

Autore delle musiche di film come Blow out, Il caso Moro, Trauma, Piranha, Giovanni Falcone, Palermo - Milano sola andata e del recente e sfortunato Coppia omicida, Donaggio deve gran parte della sua fama a Brian De Palma che dopo averlo conosciuto a Venezia dove faceva il cantautore, lo chiamò negli USA per realizzare la colonna sonora di Carrie.

Delos: Maestro Donaggio, come iniziò la sua carriera?

Pino Donaggio: Erano quattordici anni che facevo il cantautore e una volta dopo un Festival del cinema e Venezia, mi fu presentato un regista americano non molto conosciuto all'epoca che si chiamava Brian De Palma. Lui stava là stordito dall'alcol e dal fumo e io non sapevo assolutamente chi fosse. Tempo dopo il Festival gli fu regalato il disco di una mia colonna sonora e lui mi chiamò a Los Angeles perché gli era piaciuto tantissimo. Stavo lì a casa sua, non sapendo una parola di inglese e ci esprimevamo tra di noi quasi a gesti. Così realizzai la colonna sonora con lui che mi lasciava molto libero perché il mio modo di lavorare assomigliava molto a quello del suo collaboratore di fiducia Hermann, morto da poco, che era - come me - un suonatore di violino e che nella realizzazione della musica pensava molto agli archi.

Delos: De Palma - per chi l'ha conosciuto - non è troppo simpatico, come ha fatto a trovarsi bene con lui?

Pino Donaggio: In effetti è un po' un orso. Quello che contava per me era - però - il fatto che potessi lavorare in piena libertà. Lui ama molto la musica classica come Mozart e così via. Anche per Vestito per uccidere sono stato lasciato molto libero e quindi mi sono trovato bene.

Delos: De Palma - però - da un po' di tempo a questa parte per i suoi film realizza colonne sonore piene di canzoni di cassetta...

Pino Donaggio: Sa, lui è amico di Scorsese e di Spielberg ed è ossessionato dal raggiungere i soldi e il grande successo commerciale. Vuole raggiungere i cinquecento milioni di dollari di incassi per sentirsi uguale agli altri suoi amici.

Delos: Pensa che lavorerà ancora con lui?

Pino Donaggio: So che sta pensando a un film autobiografico molto diverso da quelli fatti fino adesso. Ci siamo parlati e spero di potere lavorare con lui presto.